I piacentini FESTEGGIANO la Casa di Iris
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Dalla pizza dei Panificatori ai cori Gospel delle New Sisters, al nuovo sito proiettato sulla facciata del Teatro
Centinaia di famiglie aiutate che hanno visto il dolore dei propri cari alleviato dalle cure palliative, una trentina di volontari che attualmente si impegnano quotidianamente per realizzare piccoli manufatti a sostegno della struttura, e in generale un senso di affetto che è aumentato sempre di più nel cuore dei piacentini. Non c’è che dire, è più che positivo il bilancio dei primi otto anni di vita della “Casa di Iris” di Piacenza. Una realtà che per Piacenza oggi è essenziale, talmente tanto che un traguardo di questo tipo va festeggiato in maniera adeguata. Detto fatto: ieri sera il piazzale di fronte al Teatro Municipale di Piacenza si è trasformato per l’occasione in un ristorante-pizzeria-gelateria a cielo aperto con centinaia di posti a sedere per celebrare tutti insieme l’ottavo compleanno della “Casa di Iris”. Un menù gustoso, a base di chisolino con salumi e pizza, preparati dai fornai dell’associazione Panificatori Piacentini che come sempre danno una grossa mano, in duetto con i freschissimi prodotti di Steriltom e Lactalis e i gelati della Mil Sabores. In tarda serata, non è mancata la musica con le New Sisters che si sono esibite dalla balconata del Municipale. Piacenza per l’Hospice insomma, come ha sottolineato Vittoria Avanzi, segretaria dell’associazione “Insieme per l’Hospice” e della Fondazione per la Casa di Iris: «Abbiamo aiutato veramente tante persone, ma penso che la cosa che ci dà la maggiore soddisfazione sia il fatto che in questo periodo di tempo si è creato un affetto e un senso di appartenenza verso la Casa di Iris che nemmeno noi con le migliori aspettative ci saremmo potuti immaginare». In otto anni cambiano tante cose, nello specifico l’hospice «come struttura è stata migliorata e la nostra speranza è quella di migliorarci ulteriormente, sempre di più, questo significherebbe dare risposte ancora più qualitative anche se attualmente siamo arrivati a dei livelli veramente spaventosi. Penso che il cambiamento più significativo però sia stato l’atteggiamento delle persone, otto anni fa quando si parlava di Casa di Iris c’era sempre una sorta di sensazione negativa, si tendeva a starci lontani. Oggi invece la maggior parte dei piacentini ha capito l’importanza di questa struttura, ma soprattutto la grande serietà del nostro lavoro, questo è un risultato raggiunto». Come dimostrato anche dalla festa, ci sono tantissime realtà che collaborano per il sostentamento dell’hospice, «infatti negli anni il nostro lavoro ha portato buoni frutti in questo senso, siamo un esempio positivo per la città perché abbiamo fatto vedere che se si vuole si può fare qualcosa di utile tutti insieme per il bene di una struttura veramente fondamentale». Un’amica dell’Hospice è sicuramente l’associazione Panificatori Piacentini, che per l’ennesima volta ha risposto presente all’appello. Uno dei fornai che hanno preparato pizze e chisolini è Ernesto Barbieri, fornaio in pensione, «ma sempre un fornaio. Ho voluto essere qui oggi perché la cosa importante è dare una mano all’Hospice, da tanti anni cerchiamo di collaborare per le varie iniziative. Come? Con il nostro lavoro, facendo il pane o come in questo caso un prodotto di nicchia come i chisolini, direttamente sul posto, però sempre inerente alla nostra attività». Poi ci sono i volontari, una di loro è Paola Gazzola: «Siamo circa una trentina, un bel gruppo che si è creato negli anni. Per la Casa di Iris facciamo tante cose, realizziamo manufatti e organizziamo attività, per raccogliere fondi. Con i pazienti, chi vuole, organizziamo momenti dedicati alla produzione di oggettistica varia, in giorni prestabiliti, oltre a momenti di aggregazione e alla messa tutti insieme».
Gabriele Faravelli