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2 Maggio 2019Lettere per il mercatino benefico di Natale
“Carissime persone di questo ospedale, spero e rispero che guarite presto e non preoccupatevi, perché arriverà un angelo che vi prenderà felicissimi. Ok. Non siate tristi perché dentro ai vostri cuori ci saranno tutte le nostre lettere della classe 3B”.
Una raccolta di letterine e di biglietti affettuosi per gli ospiti dell’Hospice “La Casa di Iris” è sempre un dono speciale non solo per chi sta combattendo la battaglia più difficile, ma anche per i medici, gli infermieri e i volontari che, ogni giorno, si caricano un pezzo di dolore sulle spalle e alleviano quello dei familiari. Quando poi i pensierini arrivano dai bambini delle classi 3B e 3C della Primaria di Pontenure, beh, allora quello ha davvero il sapore della genuinità e del miracolo della vita. Speranza, colori, iris disegnati, pastelli e una rilegatura con tanto di fiocco violetto, che merita un posto in primo piano insieme ai libri di testimonianze lasciate dagli ospiti e dai loro parenti e amici durante il passaggio ne “La Casa di Iris”. Dietro a tutto questo, c’è il cuore. Il cuore delle maestre Giovanna Ravazzola e Paola Dermi che hanno saputo toccare le corde dei bambini con il mercatino scolastico dello scorso Natale, il cui ricavato è andato appunto all’Hospice. «L’idea di scrivere alcuni messaggi alle persone ricoverate alla Casa di Iris - sottolineano le docenti – è nata dai nostri alunni. I bambini, infatti, insieme a tutti gli studenti dell’Istituto, avevano lavorato, con fiducia ed entusiasmo, per il tradizionale mercato benefico natalizio. Abbiamo parlato in classe, adeguatamente all’età e alla sensibilità di bambini di 8 anni, di questa realtà.
Dopo aver letto l’articolo del quotidiano “Libertà”, con le foto del loro mercatino, i bambini hanno voluto mandare un segno di affetto ed amicizia ai degenti della struttura, ai medici ed ai volontari che vi lavorano. Hanno scritto brevi messaggi, semplici ma sentiti». Semplici e sinceri come possono essere i pensieri dei bambini, accompagnati dai colori che riempiono la loro infanzia: «Anche per loro – concludono le insegnanti - è stata un’occasione importante, per guardare all’altro. Consapevoli che l’empatia e l’affetto non debbano mai mancare, soprattutto dove si sperimenti la difficoltà nella malattia”.